Indotto a emergere tra polveri in caduta isotopi di lunga emivita sospesi assassini il vento carezza i volti con soffici fiati letali tra ombre fossili incise sulla roccia e ciuffi di capelli caduti tra le macerie dei perché o adattarsi al peggio in incauta cecità in un silenzio di paura o agiatezza, o forse senza sollevare il volto incontro alla luna per sfocare un dito stagliato sul campo visivo In cerca di estinte prede sperando in inciampi di immaginari indulti cacciatori fantasmi erranti dentro lo specchio cercando il fronte della vita ignari di vivere nel retro si cibano avidi del loro tempo Basterebbe infrangere il riflesso per scoprire i colori della luce togliere i filtri per vedere la neve velenosa che s’adagia cancellando il futuro
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“infrangere il riflesso” … la sfida di chi sa e non teme di vedere oltre… molto bella Lux
Sì, non bisogna avere timore del mondo oltre la caverna, Grazie Ettore!
è il viaggio verso e nell’essere…
Perfetto! Non avrei mai potuto esprimerlo così bene!
l’hai messo in versi…direi… 🙂
Grazie, speravo! 😊
🙂
…..siamo tutti alla ricerca della luce, per estrapolarne la parte migliore, e cancellare tutte le negatività….
Sempre bello leggerti, buona settimana, Luciano,silvia
Grazie Silvia per il lusinghiero commento. Un caro saluto. Buona Festa della Repubblica.
Grazie, Luciano, anche a te
😊
“erranti dentro lo specchio”
da proprio la percezione del fluire, di quell’onda onirica che di scia in scia forma il tempo, un fluire liquido (parafrasando Bauman) in cui quel liquido è la forma stessa del cosa e del quando, movimento e sostanza di luogo e non luogo, olisticamente un qualcosa di una complessità unitaria e allo stesso modo molteplice, come se il risultato non fosse semplicemente la somma di due o più cose ma qualcosa di più simbiotico, alto e spirituale. Ecco questo è quello che ci ho letto, ma forse mi sono lasciato prendere la mano da mie considerazioni che nulla hanno a che vedere con la tua bellissima poesia
ciao
Sì, anche questo. Confesso che ho pensato a Zygmunt Bauman in particolare ad Amore liquido e Vita liquida. Tra l’altro ho letto pochi saggi di una bibliografia che è immensa. Ma più che altro, come hai sottolineato, penso a Marc Augé e ai suoi non-luoghi. Lo specchio è il riflesso di un mondo che non ci appartiene più, fatto di ambienti in cui non è più possibile stabilire relazioni sociali durature. Un saluto, uno sguardo, un mondo immaginario, emozioni standardizzate. Oggi più che mai il senso del non-luogo occupa la nostra vita, non più solo stazioni, supermercati, parcheggi sotterranei ecc, ma soprattutto internet con i suoi social dove passiamo parte del nostro tempo con un saluto un cuoricino una foto. Non vuole essere una critica, ma solo un disagio che sto provando, siamo esseri liquidi che vagano nel retro dello specchio consumando tempo e non vediamo oltre lo specchio la realtà che si sta sgretolando. Il tuo commento invece ha colto in pieno il senso che speravo di infondere nella mia poesia. Ti ringrazio infinitamente. Un caro saluto.
Poesia semplicemente meravigliosa.
Ti ringrazio, sei gentile. Un caro saluto 😊
Anche tu lo sei! Grazie a te per la risposta! 🙂
Ohi LuxOr bello te lo sai che mi piace leggere le tue poesie come quelle di Franz ma a volte mi viene un certo struggimento anche se non nego la bellezza di questa tua, un pò crepuscolare direi per i miei gusti. Come ha detto Franz quell’infrangere il riflesso mi piace, non riesco molto ad intendere la neve velenosa ma forse è un mio limite. Un sorriso, Lila
Ciao Lila, grazie per il commento. La neve velenosa è una metafora del pericolo che incombe su tutti noi e lo puoi immaginare come vuoi: clima, guerre, violenze, perdita dei diritti, razzismo, ecc. Non è un tuo limite. Grazie.
Grazie LuxOr caro
😘