il peso dell’orina

perdurando i sapori del nonnulla
tra queste anfore emerse da uno sbaglio
tra ricordi di mille lustri fa
certamente vedesti come mai
in quei giorni di afrori tu orinavi
tu perbacco facevi questo ed altro
per la spada di ferro forte e pura
non per mera apatia non per sorte
per lavoro anche se opera di morte
per il cibo dei figli e amor di moglie
ma quel dì maledetto un grande fuoco
una mano amputò e fosti solo
tu lasciato a morire nello sterco
del cavallo rubato un tempo prima
a un meschino conforme a te vigliacco
assassino colpisti alla sua gola
fu per fame dicesti e per amore
di famiglia, il cavallo per l’urina
dove immergere il ferro e farlo duro
e poi vendere le armi ai cavalieri
pronti a amare le nobil loro dame
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4 risposte a il peso dell’orina

  1. Artamia ha detto:

    L’ha ripubblicato su iwantyouhappye ha commentato:
    … non per mera apatia non per sorte

  2. almerighi ha detto:

    ho pensato a un mastro fabbro medioevale, sempre pronto ad armare la violenza di miserabili cavalieri, la cui gloria veniva forgiata nel piscio: non so se era tua intenzione, ma hai composto una bellissima poesia contro la guerra e l’ingiustizia della violenza, quella che un tempo era definita “coprisrsi di gloria”

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