Sul prato

Una nenia s'eleva in lontananza
fiochi vagiti di prefiche paghe
appiccati nell'Ade fitto d'ombre
attorcigliate da gelido vento

Errano fatui nella prateria
nel folto d'asfodeli in stanca luce
sotto un torpore di volo perpetuo
ai fiori radente di pipistrelli
a caccia di rimembranze perdute

Fiori lasciati vicino ai sepolcri
sopra le estinte spoglie ora in ascolto
colti dai prati con mani tremanti
che li stringono al petto nel silenzio
del suolo urlando la propria innocenza

Tra il Tartaro profondo e i Campi Elisi
è qui tra i fiori che voglio abitare
sull'erba anche solo per non dibattere
di eroi e crimini di santi e demoni
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6 risposte a Sul prato

  1. Daniela ha detto:

    la vita che non chiede altro che essere vita, inconsapevole di ciò che intorno accade di superfluo superbo o inverecondo…
    difficile per noi esser prato, ma quando possiamo proviamoci… Ti auguro un lieto fine settimana Luciano

  2. silviadeangelis40d ha detto:

    Una speciale suggestione poetica, in questo splendido, e originale brano, in cui s’accentua la voglia infinita di respirare, e vivere, in uno smagliante manto di verde…
    Sempre bello leggerti, Luciano, vivi una serena Pasqua,silvia

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