Chimera

Odo remota una strada contigua
ora distesa nel nulla
perlustrata da insolite vetture
armate di lampeggianti barre stroboscopiche

Mi dilato al di là della mia detenzione
nel sentore di nenie
infuse da curiosi gnaulii
in cerca della mia gatta
dal folto pelo intinto nell’ebano
aprendomi sul vuoto di un mondo chiuso
con i colori offerti alla notte
poco fa ormeggiati all’inconoscibile
da cui emergono nuovi profili
di creature uscite dai propri pertugi
M’incammino intimorito ai margini
di una luna che non vuole vedere
le lacrime di un limes oltraggiato
quando emerge una curiosa forma
un essere intriso di meraviglia
zampe di cinghiale e sembianze di capra
dal muso d’umane fattezze
di stretti occhi immersi nei sorrisi
precede il mio timido passo
per rientrare nel limbo di un parco proibito
innocente nel suo manto di stupore
illuminato dal bagliore di un’altra luce

Ci guardiamo nell’attimo che solca
la franante luminosità
di un’ergosfera al limite del perenne
in procinto di aprirsi nel fermo del tempo
Lo osservo mesto rimestando nel tattile
per capire d’essere desto

O dolce chimera di un altro universo
emersa per assaporare il tramonto
di un’era geologica
forse creatura d’un’altra dimensione
luogo in cui le forme giocano con gli arcobaleni
mostrami il tuo nido!
Fa’ che il cielo s’apra per rivelarci
almeno un sentiero una via
per il tuo paradiso!

Nell’odore freddo di un’aria magica
mi osserva senza timore
sicura in questo contratto Ecumene
fitto di fenditure sull’infinito
scruta un’anima debole in eterna agonia
dispersa ai limiti di un’era
che sospende tutti i vagiti
tutte le urla tutti i passi e i suoli calpestati
e i pianti e i morti depositati
nei nostri cuori
licenzia gli amati ritmi dei cori vetusti
impalliditi nel diafano alone
di un soffuso brusio
soffocato in un ultimo anelito di libertà

Nel torpore dei piccoli cenni
fluttuanti come segni d’arabeschi
i nostri sguardi s’incrociano oltre la breccia
nel centro profondo di un sapore temporale
indistinto come annullata entropia di nubi

In questo magma di solitudine
non mi sono mai sentito tanto libero

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18 risposte a Chimera

  1. titti onweb ha detto:

    Libertà è tanto!

  2. Bellissima e sulfurea di immagini potenti… siamo nel top della tua produzione. Un notturno tra l’onirico e l’allegorico che sa d’antico ma anche di sprezzante immersione nel presente.

  3. silviadeangelis40d ha detto:

    Un’accentuata suggestione, in questi originalissimi versi, che avvincono il lettore per la loro intensità, e si concludono, con un libero volo mentale, in un “magma di solitudine”.
    Sempre bello leggerti, Luciano, buon fine settimana, silvia

  4. Daniela ha detto:

    interessanti e coinvolgenti le suggestioni qui descritte, una sorta di viaggio virtuale in cui ho percepito un’atmosfera tra il magico e l’onirico…belle sensazioni
    elegante e liberatoria la chiusa

    • LuxOr ha detto:

      Sì, in effetti è stato un viaggio virtuale, un sogno forse a occhi aperti, forse era solo un cinghiale, eppure in quel momento credo di avere visto qualcos’altro. Sarà stata l’ansia, il senso di claustrofobia che colpisce molti asmatici quando sono rinchiusi troppo a lungo… Quella visione mi ha allargato i polmoni… e il cuore. Chissà. Grazie.

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