Pensa al nevischio
portato da lontano sin qua
che sbatte con violenza
sui vetri della finestra.
Pensa ai bianchi gabbiani
che danno la caccia ai pesci,
pensa ai tulipani che fioriscono
sul ventre di un mondo remoto.
Pensa al freddo
delle interminabili
notti glaciali
che punge con i suoi aculei
di cristallo
i pochi gatti randagi
e tutti gli uomini
soli come cani
che sorseggiano il solito caffè.
Pensa ai fiori di gennaio
abbandonati nei boschi sempre verdi,
al nuovo mattino che saluta
il risveglio dell’uomo
con i vermigli raggi del proprio sole.
Pensa al bimbo nudo
che procede impacciato,
presto futuro uomo,
che osserva
e che racchiude nel suo casto sorriso,
tutta l’aria della stanza,
tutti gli odori della cucina,
tutto il gelo
di questi identici mattini.
Il mio romanzo
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Pardon per questa vecchissima poesia scritta quasi cinquanta anni fa.
A parte il nevischio che pare sia un vecchio ricordo.per il resto è un insieme di visioni e odori senza tempo. Un bellissimo quadro di inizio anno.
Grazie Daniela. sei ,molto cara. Vero, a quei tempi il nevischio in inverno era quasi naturale 🙂
👏👏🤗😘❤🎄🌟
Grazie! 🧡😘😄🌟🎻
tenera e profonda come la sensibilità lirica che già zampillava potente a quel tempo…
Grazie Franz, sono onorato. Un caro saluto 😊
a te Lux
😊
E’ delicata poesia di una memoria che emoziona, ora come allora, nel rimando dell’eterno della sensibilità dell’anima 🙂 molto bella LuxOr
Grazie Amaranta, come mi capita per tutte le poesie della mia adolescenza, sono restio a pubblicarle perché non riesco a capire se siano banali o meno. Per questo sono felice di constatare che invece sia piaciuta.
Hanno il sapore dell’origine, dell’inizio di un percorso quindi non sono affatto banali ma sono splendide 🙂
Grazie ancora. Un abbraccio 😊