Ho incontrato
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Pesca che cade, matura, tra le zolle
Un uomo che presto sarà ucciso
in una qualsiasi parte del mondo
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Acqua ferma
Uovo che cadrà sul pavimento
Un soldato perisce ogni giorno
in una qualsiasi parte del mondo
Un bimbo romperà un balocco
Una speranza sorta con noi
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Qui siamo nella preistoria. Una delle prime poesie di un quattordicenne.
complimenti al quattordicenne di cui hai conservato memorie
Grazie, Daniela, sempre molto gentile. Un quattordicenne un po’ ingenuo ma pieno di speranza. Ho conservato molte poesie dell’epoca (tantissime purtroppo le buttai), ma non ho conservato la prima che lasciai sul motorino di una ragazzina di cui mi ero innamorato (all’epoca non usavo fare copie perché non possedevo macchine da scrivere e non tenevo ancora un quaderno di poesie). Buona domenica 🙂
Chissà forse l’avrà conservata lei…😊
Ci ho pensato tante volte. Era solo una bambina di 11 anni. Chissà 😊
la poesia non ha età, quando fluisce dimentica l’origine, non sa nulla delle cose umane e terrene, arriva, prorompente e basta!
Illusioni e dubbi corrono dentro questi versi come consapevolezza o colpa, amore e distanza, alla ricerca di una sorta di dimensione che pare non trovare nessuna meta, come fosse -e forse è- la terra promessa, in parte già pronta ma ancora da definire, in parte oscura ma già ricca di ardore e di speranza.
Piccoli orizzonti carichi di colori ancora da mettere su tela ma che sono e vogliono essere prodromi di luce.
Grazie mille per l’articolato e profondo commento. In effetti queste poesie dell’epoca aspiravano a illuminare l’oscurità, nel provare ad accendere un semplice banale cerino.
quel cerino che fondamentalmente è un faro amico mio,
di luce degna e senza onore ma ricca di occhi e misure senza confini.
Misure senza confini… mi piace questa immagine
Si sente che siamo agli inizi. Ma quindi che anno era Luxor.? Si può chiedere l’età ad un uomo? 😀
Comunque mi piace! 🙂
Era il 1971 e avevo poco più di 14 anni. Grazie, sei gentilissima. Un abbraccio.
Ah, ok grazie Luxor. Io ne avevo 🙂
Probabilmente non eri ancora nata 😄
Avevo due anni, ero nata 😀
Ah, allora non sei proprio giovanissima 😉😄
Ma che te credevi cachera? Come diceva il mitico Totò. 🙂
Ovviamente scherzo., sei invece sempre giovane 😊
A Roma si dice…adavede 😀
😄😄
😄😄 Buonanotte carissima Lila.
Ti posso chiedere il permesso di parlare di questa tua cosa bellissima che hai fatto per scrivere qualcosa in merito all’evento? All’allunaggio? Non so ancora se su wordpress o su Instagram. Chiaramente dimmi tu se vuoi o no che dica il tuo nick name. Buonanotte e un sorriso. Lila
Certamente non ci sono problemi. Anzi, sono lusingato. Grazie. Buonanotte, carissima Lila.
Io sono nata 16 anni dopo il 1971. Sono colpita dalla maturità dei versi del quattordicenne. Io, da piccola (10 anni credo), scrivevo, per esempio:
SILENZI
Per la strada
gemiti soffocati sono frastuoni stordenti.
Non odo più
il fischiettio soave dei passerotti,
mi pare anzi sia più nulla
il canto d’un lamento dal suono
più fervido che mai.
Solo il rimbombo delle mie orecchie.
:-*
Caspita, notevole! Precoce come mio nipote che ha scritto la sua prima poesia a otto anni. Io a dieci pensavo ancora a giocare a nascondino 😄
No, guarda, io, alle elementari, ero invasata, di poesia, più d’ora. Ne scrivevo una o due al giorno: purtroppo ho perso quasi tutte le poesie di quel periodo, nel senso che mio padre ha buttato via per sbaglio i quaderni, un giorno maledetto.
Ah, quanto mi dispiace! Doveva invece sforzarsi di pubblicarle. Mio nipote (ha solo diciannove anni) è già al suo quarto libro e scrive benissimo, molto meglio di me. Credo che le tue poesie delle elementari fossero stupende. Anzi, ne sono sicuro. Ne ho perse anch’io tantissime, perché in un maledetto giorno di rabbia e insicurezza ne ho gettate al macero un centinaio.
Io non ho gettato niente furiosamente al macero, ma quelle più vecchie le ho cancellate da ogni memoria dei miei pc. Anch’io, quindi, ho avuto il “colpo di testa” di distruggere. È una cosa da evitare di ripetere, però, perché anche da ciò che sembra… indecente e brutto, per usare un eufemismo, c’è da apprendere in positivo.
Quando le gettai non esisteva il pc. Usavo una piccola macchina da scrivere portatile. Quel giorno strappai tanta carta. Ero un ragazzo. Non bisogna mai buttare niente. Anche se un nostro lavoro non ci piace è pur sempre materiale che potrebbe un giorno risultare utile.
Parole sante, da incorniciare. Io, attualmente, scrivo sia su carta che al pc, ma, se si tratta di poesia, è la lettura a voce la revisione più importante: è così che ho appreso il senso delle regole di metrica, che prima erano solo direttive astratte, per me.
Per la poesia, secondo me, è diverso. Bisogna leggere e verificare che “esista” una sorta di ritmo che ti illumina l’anima, poi ti rendi conto che spesso scrivi quasi inconsapevolmente seguendo certi ritmi simili a quelli canonici. Poi conoscendo le regole si riesce spesso più o meno ad aggiustare i difetti. Per quanto mi riguarda, se sono soddisfatto (almeno in parte) non cambio le parole per cerare il verso canonico, ma lascio il verso così com’è. A volte mi è capitato di buttare un sonetto (magari canonico) perché lo sentivo come asettico, artificiale. Non è facile scrivere con la fluidità di un Petrarca. Tu invece ne sei capace.
Ho cestinato io pure molti sonetti asettici. Nell’ultima poesia, Essere fango, ho sperimentato, ma sempre con la metrica. Ritornare a scrivere verso libero puro, nudo e crudo, è la mia agenda.
Sì, secondo me scrivere versi liberi è più difficile di quanto non sembri a prima vista.
I versi liberi sono i più difficili – lo dico sempre. Ti metto il link di La tua buccia è cruna di cielo: https://ilcielostellatodentrodime.blog/la-tua-buccia-cruna-di-cielo/
Sono zoppicanti versi liberi. Zoppicanti, per ora.
E ti metto il link di Essere fango: https://ilcielostellatodentrodime.blog/essere-fango/
Attenzione alla metrica, eh. Il numero 7 dell’accento, occasionalmente, mi faceva pensare a te, anche se non ho mai accentato le quinte sillabe, come tu sai fare con maestria, cioè senza ottenere l’effetto orripilante che viene a me quando scelgo il 5.
🙂
Si vede che è un numero che non ti è congeniale 😁😉 (ovviamente scherzo). Sì, ho cominciato a leggere “Essere fango”. Non ho ancora commentato perché voglio leggerla ancora. Scusami se mi prendo tutto questo tempo.
Certamente, commenta quando vuoi, e se vuoi.
Voglio sempre. Come sai, il tempo che scarseggia… Poi con le revisioni… 😁
Quelle maledettissime revisioni… u.u
Nessuno dei miei commenti è apparso. Spero siano stati ricevuti, incrocio le dita.
L’ha ripubblicato su Alessandria today @ Web Media Network – Pier Carlo Lava.
Questo l’ho scritta quand’ero un ragazzo. Sinceramente non pensavo fosse degna della vostra considerazione. Ringrazio di cuore.
L’ha ripubblicato su iwantyouhappye ha commentato:
. . . Una speranza al tramonto …
Grazie Artamia, ti ringrazio per avere pubblicato la mia poesia sul tuo blog. Un caro saluto.