Spettro

Sfrecciavo lungo ancestrali percorsi
alla guida del mio Tigre Malanca
nel bianco accecante di piena estate
in mostra piegandomi nel tornante
per gli occhi di mille fanciulle belle

L’ubbia s’incaglia in distorsioni orali
di urla assenti e verità intrappolate
lungo i colori di un’era che fu

Dove ora deborda il pedestre grigio
cammino nella campagna attuale
pensando al fresco rombo del motore

Fantasmi s’inerpicano su rotte
mai calpestate e osservo i canti dolci
di estati perse a non dare carezze
Alle pendici del presente nuvole
di pensieri e m’immedesimo spettro

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47 risposte a Spettro

  1. Daniela ha detto:

    me le ricordo bene quelle giostre di andirivieni a due ruote,anche se non era un Malanca quello che io notavo… le scorribande dei ragazzi erano motivo di sbandamenti emotivi adolescenziali, soprattutto durante il periodo delle vacanze, quando il tempo e il modo per conoscersi era contingentato. A parte il lato gioioso seppur chiassoso dei caroselli, mi piace molto il passaggio alla nota nostalgica in quel “osservo i canti dolci/ di estati perse a non dare carezze/Alle pendici del presente nuvole/di pensieri e m’immedesimo spettro” Ciao Luciano 🙂

  2. silviadeangelis40d ha detto:

    Indimenticabili corse in moto, nella gioventù acerba, che lascia ancora sfumare grida e
    speciali scenari d’un momento indimenticabile di vita. Nel presente, qualche illusione prende consistenza, soffermando la mente su remoti attimi, tralasciati in passato, e che sollecitano,
    ora, una crescita approfondita del pensiero…
    Ho sentito così questi notevoli versi, intensi, e molto validi, nella loro bella lettura.
    Buon pomeriggio e un caro saluto, Luxor, silvia

  3. tachimio ha detto:

    Te l’ho detto che i tuoi scritti sono sempre molto belli e non mi sbagliavo affatto. Concordo con la cara Daniela sul finale che trovo splendido . Sai costruire versi che trovo sempre molto affascinanti. Bravo Luciano ( un nome che pronuncio spesso : così si chiama anche mio marito ). Comunque da ragazzetta avevo un motorino la cui ruota posteriore mi mangiò un pezzo di un maxicappotto che mia madre fu costretta a tagliare ricavandone un bel giaccone. Ma quello che ricordo con maggior piacere fu andare in moto, una vera da corsa, con un amico ben più grande di me, che mi portò a fare un giro qui nei dintorni. Bella esperienza, Grazie per aver fatto riaffiorare questo ricordo. Un caro saluto a te. Isabella

    • LuxOr ha detto:

      Mai guidata una vera moto di grossa cilindrata, purtroppo. Il massimo per me è stata una vespa PX 125. Avevo persino paura a stare dietro. Dev’essere stata una grande emozione. Certi ricordi della prima gioventù sono sempre piacevoli e li rammentiamo con nostalgia. Grazie mille. Un caro saluto. Buonanotte, Isabella.

  4. Franz ha detto:

    Dio che ricordi mi hai acceso! l mio Falcone mangiava rombando la strada ed io eretto a braccia tese gridavo: “On the road again!” 😀

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