Assalto nelle calli flesse
bagliori di ferri che fendono tenebre
nel fragore di lame
confuse negli stocchi
orde antiche di barbari seminudi
tra auto e piazze vuote
nel vocio e nelle urla
fuggono genti prima assenti
Ilari ragazze in candide gonne humpel
ricamate con fiori
si dissolvono nei clamori della sera
nel panico di placati sospiri
ancora due come disperse
credono le mie deboli falde
un salvagente alla deriva
mentre sopra un cuscino
il mio corpo nell’aria rarefatta
lievita in alto in sforzi
di pedalanti gambe
immerso nelle fatiche
trascino pesi oltre la città
in alto sopra le mura
su pensili giardini
ove aranci e limoni
irradiano luce di giorno eterno
e dall’alto la schiera sminuisce
le genti s’affollano nei locali
tra drink e musiche arcane
display luminosi ondeggiano
l’orda è svanita e quasi
m’arrendo di nostalgia
ipotizzo tu l’abbia scritta in questo momento di ‘oscurità’ visiva…
Esatto. E’ una nuova raccolta. Sono sogni trascritti negli anni e “rielaborati” durante la scrittura in versi. Una sorta di emozione onirica con lo sguardo volto all’interno. Complimenti per averlo notato. Grazie!
sarà interessante, allora, seguirti in questo nuovo esperimento
“emozione onirica” lo terrò a mente come chiave di lettura per questi tuoi ‘notturni’, diciamo così
Grazie ancora, Dora. Sei molto gentile
onda d’ascolti…suona in colore.
Sì, come sinestesie oniriche.. ma molto complesso (forse arduo) affondare la lama nell’oscurità del senso… ci provo
i risultati, ti assicuro sono sonanti e colorati…fortemente visionari.
Molto gentile, caro amico. Il sogno era molto meno razionale (lo sento) ma da sveglio ho come rammentato all’istante un evento, un racconto, ma nel sogno i colori e i suoni dominavano come anche immagini sovrapposte ed eventi simultanei difficili da riportare. In poche parole il dominio della materia sulla storia. Tutto questo non traspare, purtroppo. Forse in altre occasioni… perché la poesia con la sua preponderante polisemia può rappresentare anche mondi onirici (?)
è la porta, la poesia per i mondi onirici ed io credo che tu possegga la chiave.
Chissà… adesso vado a sognare… buonanotte, Franz!
ciao Lux
Ciò che lascia un sogno è qualcosa di veramente particolare. Qua però leggo confusione e voglia di evasione dalla realtà. O sbaglio?
Non saprei. Può darsi. Ho cercato di raccontare un sogno come “realmente” l’ho sognato anche se è difficile raccontare un sogno perché nei sogni non vedo né tempo né spazio né racconto. La poesia cerca di riportare il ricordo (o quello che credo di ricordare) dell’evento onirico, ma il sogno è molto di più.
Già già 🙂
eh eh 😉
Note suggestive assai, nelle creazioni notturne d’inconscio, ove moltitudini e nostalgie
s’intrecciano in un far di sensazioni, che lasciano un’eco rilevante al risveglio.
Sempre speciali i tuoi versi, Luxor, un caro saluto,silvia
Gentilissima. Mille grazie. Carissimi saluti