Frammenti di boschi arsi, aridi colli
Distante marciume nella putredine
Memorie di rivi allegri tra valli
Vomito di cessi, lezzo di resine
Monti d’avanzi, nubi di metalli
Tacciono i nostri volti senza immagine
I corpi lontani laggiù nei calli
Piogge di acidi, gorgogli di ruggine
Un sole che uccide, radiografie
sulla pelle, sugli occhi, senza lastre
carcasse putrefatte per le vie
Di notte luminosità bluastre
Perché piango? Ho ancora cose mie:
l’auto, la tivù, il mare e le giostre