Ho succhiato caramelle dai sedici anni nei gorghi infetti delle stradine cadenti, dove il sole adocchia per un attimo e sguscia via, dietro i tetti, dai corbelli delle case fatiscenti assorte assorbendo calore, come una pelle d’avorio ovattato asciugatasi nel torrido torpore marino di un agosto scorso. Nel seguente eritema, laggiù, alla stazione di… quella vicino… sì dove i calamistri sfiorano tristi gli inguini sotto i tabarri e nelle vaghe ore serali efebiche ragazze orchestrano e pencolanti ingurgitano anfetamine nel tananai notturno… sì laggiù dove ho iniziato a irrumare sezioni asciutte di forme sotto i neon delle stazioncine perse nei ricordi degli anni settanta, ricavando solo un futuro differente, comprendente omaggi di lividi sugli zigomi e buchi rigonfi sui bicipiti anoressici. Ebbene lì nel dormiveglia post-sessuale, comprendente dolori non localizzabili e un senso di gusto atavico e inutile come un giorno perso inutilmente a cercare un colore familiare, sì, proprio lì, posata come una cosa morta sul giaciglio roso dalle muffe e tagliato dalle molle spezzate, ho visto un riflesso evanescente poi sfocato e impreciso, un volto dai contorni sbagliati, pallido, emaciato e percorso, appena sulle labbra, da un rigo di bava biancastra. E non mi sono riconosciuta.
Il mio romanzo
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leggendo questo post (non è una bugia) mi è subito venuto in mente Howl di Ginsberg. Complimenti.
Sei troppo generoso. Il fatto che ti è venuto in mente Ginsberg mi lusinga. Urlo è un poema che da ragazzino ho letto e riletto e purtroppo mi sa che mi ha lasciato il segno (giuro inconsapevolmente). “Ho visto le menti migliori della mia generazione
distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa..”. Ah, che modo stupendo di esprimere la propria anima! Grazie Bricolage. A presto.
Una descrizione abile di sobborghi, in cui persone senza un domani, devastano la loro misera esistenza, inconsapevoli delle numerose opportunità che può offrire la vita….
Articolo molto ben delineato, apprezzato
A rileggerci, Luxor, un caro saluto
Grazie, carissima amica. Mi pare sia uno dei miei primi post pubblicati sul blog. Non sai quanto piacere mi ha fatto leggere questo tuo commento e rileggere questa mia prosetta antica. Grazie.
La toxicomanie…?